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Mobbing sul posto di lavoro: cos’è e come dimostrarlo

01 Luglio 2025 Ambiente di lavoroConsulenza legalediritto del LavoroMobbingProtezione lavoratori

In questo articolo:

Mobbing sul posto di lavoro

Negli ultimi anni si parla sempre più spesso si “salute mentale” e spesso compare anche la parola mobbing.

Ma cos’è il mobbing sul posto di lavoro? Deriva dall’inglese “to mob”, verbo che significa “aggredire, attaccare”, e consiste in una serie di comportamenti messi in atto dal datore oppure da un superiore gerarchico e/o collega di lavoro nei confronti di un altro dipendente, con le seguenti finalità: vessatorie, isolamento, umiliazione, esclusione progressiva dal contesto aziendale, fino a spingere la persona a dare le dimissioni o a un crollo dell’equilibrio psico-fisico.

Questi maltrattamenti sul posto di lavoro integrano quindi il comportamento di mobbing, che può essere esemplificato con queste diverse situazioni:

  • La persona presa di mira diventa bersaglio di battute, pettegolezzi, insulti o comportamenti ostili di vario genere; addirittura, potrebbe trovarsi al centro di una campagna diffamatoria portata avanti nei suoi riguardi da altri colleghi o superiori.
  • La persona potrebbe essere vittima di un demansionamento ingiustificato, ritrovandosi a fare del lavoro poco dignitoso che lo spinge ad avere malessere emotivo.
  • Anche forme di controllo troppo elevate o assillanti potrebbero creare una situazione di oppressione nei confronti della persona presa di mira.

Fare causa per mobbing si può?

Il mobbing sul posto di lavoro è ormai ampiamente accettato dalla giurisprudenza, anche se In Italia non esiste una legge specifica. Tuttavia, la tutela dei lavoratori contro comportamenti vessatori e dannosi è garantita da diverse norme, sia del Codice Civile che di altre leggi. Se pensi di essere vittima di mobbing sul luogo di lavoro, il primo passo importante è rivolgersi a un avvocato per capire quali testimonianze raccogliere e come comportarti. Fare causa per mobbing è possibile con il giusto aiuto e se si raccolgono prove concrete.

Quali forme di mobbing sul lavoro esistono e come riconoscerle?

Il mobbing può essere o verticale o orizzontale.

Nel primo caso, la condotta persecutoria coinvolge soggetti collocati a diversi livelli della scala gerarchica.

Nel secondo caso la condotta mobbizzante viene messa in atto da uno o più colleghi posti allo stesso livello della persona che ne è bersaglio.

Mobbing come dimostrarlo ?

Se pensi (o sei certo) di essere vittima di mobbing sul lavoro, allora è necessario che tu faccia alcune operazioni per “provare” il fatto:

  • Registra le conversazioni con il datore di lavoro (o con chi procura mobbing) sul luogo di lavoro, in quanto se non diffuse non rappresentano una violazione della privacy di chi è registrato inconsapevolmente
  • Colleziona testimonianza del mobbing tenendo un diario delle vessazioni subite, raccogliendo sempre: chi procura vessazione sul lavoro, chi erano i testimoni, quando sono avvenuti i fatti, documenti o e-mail che riguardano i fatti subiti
  • Ogni richiesta che inoltrate ai vostri superiori o colleghi deve diventare un atto formale, per cui mettete in forma scritta ogni richiesta, trasformando anche qualsiasi ordine verbale ricevuto in interrogazione scritta (es: a voce mi è stato detto di fare questo, chiedo una conferma scritta). Molto spesso non si riceve risposta, e questo sarà la prova di una tra le azioni mobbizzanti (anche una mancata risposta ad una domanda fatta per iscritto può essere una prova della degenerazione dei rapporti)
  • Se la vostra salute risente già dei sintomi negativi causati del malessere sul lavoro, contattare subito un medico e farsi rilasciare i certificati che documentano le conseguenze subite sul piano fisico (tali certificati potrebbero anche servirvi in futuro per ottenere dei risarcimenti);
  • Se persistono stati di malessere quali stress, ansia, depressione, non esitare a mettersi in malattia assentandovi dal lavoro dietro presentazione prescritta dal medico
  • Conservare anche mail offensive, se ricevute, e ordini di servizio con incarichi non pertinenti o non adatti al vostro ruolo
  • Trovare testimoni disposti a testimoniare (solitamente ex-colleghi, poiché colleghi attualmente impiegati nell’azienda molto difficilmente si esporranno); si può indagare anche sugli ultimi licenziati dell’azienda, o sulle persone che hanno “spontaneamente” consegnato le dimissioni: potrebbero aver subito anche loro mobbing sul lavoro
  • Segnalare gli abusi mettendo al corrente più gente possibile, rendendo pubblica la situazione, divulgandola all’interno dell’azienda
  • Ma cosa più importante… Non dare le dimissioni! Questo perché spesso l’obiettivo del mobber è proprio quello di indurre la vittima alle dimissioni: in questo modo non solo la si dà vinta a chi vi perseguita, ma si perderà anche la possibilità di ottenere un risarcimento.

Fatte tutte queste operazioni e dopo aver portato i relativi documenti all’avvocato, si può pensare di intentare una causa per mobbing. È importante però tenere in considerazione che esistono delle alternative alla causa per mobbing, considerando che esistono fattispecie di reato come abuso di potere, violenza privata, minacce, ingiuria e diffamazione, lesioni personali, calunnia. Solo una corretta strategia legale, però, porterà a un risultato concreto.

Pensi di essere vittima di mobbing sul lavoro?

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